Vive come l'erba
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Gulag. La resistenza vissuta da otto donne
(Maurizio Vitali)
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Sotto un regime totalitario, la cosa più difficile è vivere. Semplicemente vivere: il potere non gradisce e sa come “rieducarti”.
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Più prudente anestetizzare i desideri dell’animo e suicidare la propria dignità, se si vuol tentare di salvare la ghirba.
Ma non per tutti.
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Qualcuno ci testimonia che vivere veramente in quelle condizioni è possibile.
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Commuovono le storie di otto donne raccontate in questo volume: nella quotidiana pena di torti subiti, di povertà e di gulag, non si sono lasciate estirpare le esigenze umane più essenziali e proibite: il gusto della bellezza, l’amore per la cultura, il piacere dell’amicizia e del confronto, l’interesse per la religione, la sensibilità al bisogno, la pietà per il dolore...
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Una resistenza spirituale dal fondo del proprio essere su cui il potere non ha avuto potere.
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Non su Katja, rivoluzionaria antizarista che aiutava i poveri e fiancheggiava i terroristi, e che poi per vent’anni sfidò i bolscevichi soccorrendo i detenuti politici.
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Né su Kommunella, figlia di ebrei comunisti, sorpresa dalla inconcepibile positività dell’esperienza della prigionia in cui scopre «tanta bontà».
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Julija non rinuncia a dipingere icone perché «ai giovani va mostrata la Bellezza, non la paccottiglia».
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Natal’ja affida al samizdat le traduzioni clandestine di Chesterton e di Lewis.
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Ružena nel campo crea un’università con lezioni clandestine fatte di nascosto nei bagni.
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Per la sua allieva Daomar essere donna è essere un roditore che raspa e si scava spazi di libertà impensabili. Segni particolari (di tutte): la letizia.
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Tracce n. 5, Maggio 2015
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Giovanna Parravicini (Ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana)
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