...nihil humani a me alienum puto

LA MIGLIORE OFFERTA

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Italia 2012, 124’
Genere: Drammatico, Giallo
Regia di: Giuseppe Tornatore
Cast principale: Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks, Donald Sutherland
Tematiche: amore, arte, solitudine, disagio, vero/falso
Target: da 16 anni

Consigliato


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Un antiquario e battitore d’aste riservato e scontroso vede la sua vita travolta dall’incontro con una donna misteriosa


Recensione

Virgil Oldman è un uomo di mezza età, che vive da solo in una casa lussuosa e troppo grande per lui, abitazione ridotta quasi ad albergo tra un viaggio e l’altro.

Di mestiere fa l'antiquario ma è soprattutto titolare di una casa d'aste, che conduce personalmente: scrupoloso e maniacale, detesta i contatti con gli altri e con le cose (usa sempre i guanti, anche per mangiare; quando parla al telefono copre la cornetta con un fazzoletto); e la sua casa, dove tutto è in ordine e in cui si cela una stanza-cassaforte in cui nasconde quadri inestimabili, rispecchia la sua maniacalità. L’impeccabile Virgil non è l’uomo grigio che vorrebbe far credere: ha il vezzo di tingersi i capelli, e in combutta con l’amico Billy alle aste spesso strappa con metodi poco limpidi opere che lui stesso ha fatto valutare al ribasso. Dipinti che sono tutti ritratti di donne, che dalla stanza segreta lo guardano e che lui ammira: rappresentano le donne mai amate.

Infatti l’amore è sentimento del tutto assente dalla sua vita, se non quello per la bellezza dell’arte.

Ma quando una misteriosa giovane lo contatta per valutare l’enorme patrimonio della sua famiglia, dopo la morte dei genitori, senza mai farsi vedere (soffre d’agorafobia e vive dentro una stanza da cui non esce mai), a poco a poco l’irritazione per i suoi strani modi lascia il posto a una fascinazione, forse a un innamoramento. Cui non sa come reagire: lo aiuterà un giovane restauratore di congegni meccanici (cui affida anche un misterioso automa settecentesco – di Jacques de Vaucanson, celebre inventore – scovato proprio nella villa da “valutare”) che di donne si intende molto più di lui.

Ma capire la misteriosa Claire sembra proprio difficile. E addentrarsi in un universo di sentimenti mai provati prima, sarà per Virgil una strada senza ritorno.

Con La migliore offerta Giuseppe Tornatore torna a quel filone della sua filmografia parallelo e in apparenza meno sentito di quella biografica e immerso nella sua terra siciliana (Nuovo cinema Paradiso, L’uomo delle stelle, Malèna, Baarìa) che invece ha dato ottimi esiti con Una pura formalità o interessanti come La leggenda del pianista sull’Oceano e La sconosciuta.

Dal punto di vista formale è uno dei suoi migliori film, se non addirittura il migliore: senza alcune impurità che caratterizzano il suo stile, con un uso elegante e suadente della macchina da presa e una direzione degli attori mai così ferma che brilla grazie a un cast internazionale eccellente e funzionale alla storia (dal protagonista Geoffrey Rush, sui livelli di altre sue ottime performance come in Il discorso del re, alla giovane spalla Jim Sturgess, già apprezzato in One Day e The Way Back, al grande Donald Sutherland), il film si snoda come un giallo intrigante, in cui man mano il protagonista viene catturato nella rete di una donna che respingendolo (non si fa mai vedere) lo attira a sé.

Lo sfondo è il mondo dell’arte, con il suo lusso affascinante ma spesso vuoto, le passioni trattenute ma vive, gli intrighi alle aste.

Tra gli aspetti, invece, meno convincenti dell’opera c’è un tasso di artificiosità nei dialoghi un po’ troppo sentenziosi – pur se calati in un ambiente sofisticato – che giocano molto sulla dialettica vero/falso e sui rapporti con le donne. E un accumulo di finali (oltre tutto con un fastidioso salto improvviso dei piani temporali), quando una serie di colpi di scena a catena orientano il thriller in direzioni che non si possono svelare, ma che rendono parziale la comprensione di alcuni dettagli e lasciano un po’ l’amaro in bocca. Una maggior definizione dei particolari della storia, ma anche delle motivazioni dei personaggi, avrebbe reso più significativo l’intreccio e l’intero film.

Che rimane di buon livello e che contiene spunti interessanti (l’idea dell’attesa di una donna, per esempio), ma senza quella memorabilità assoluta che poteva avere; anche se le ultime sequenze lasciano il segno e sono una chiusura all'altezza. Alla fine, nonostante alcuni difetti, La migliore offerta risulta una delle produzioni italiane più convincenti, oltre tutto con vocazione internazionale (è stata girata in inglese), degli ultimi anni: il film di Tornatore, regista amato più all’estero che in patria, è un’opera che resterà nel tempo.

Antonio Autieri

 

Fontewww.sentieridelcinema.it

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