...nihil humani a me alienum puto

"12 "

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Russia 2007, 153'
Genere: Drammatico
Regia di: Nikita Mikhalkov 
Cast principale: Nikita MikhalkovSergei Makovetsky,Sergei GarmashAleksei PetrenkoYuri Stoyanov 
Tematiche: giustizia, ragione, processo, colpa
Target: da 16 anni

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Imperdibile

 

12 giurati sono chiamati a decidere della vita o della morte di un giovane imputato.


 

Nel 1954 La parola ai giurati fu all'origine un teleplay di mezz'ora che rivoluzionò la televisione americana. Nel ‘57 Reginald Rose ne rimpolpò il testo per il grande schermo e lo offrì a Sidney Lumet che, anche grazie alla grande interpretazione di Henri Fonda, andò a vincere l'Orso d'Oro a Berlino. Quarant’anni dopo William Friedkin (il regista de L’esorcista) contribuì a diffonderne la storia girando un’ulteriore versione con Jack Lemmond protagonista. Sarebbe invece limitante considerare questo 12 come un’ennesimo remake; se l'impianto del film rimane lo stesso (dei giurati devono esprimersi su un caso di omicidio razziale), Michalkov ne cambia -oltre al titolo- l’ambientazione e soprattutto il finale. 
Fratello minore del regista hollywoodiano Andrei Michalkov, Nikita è nato in una famiglia dalla profonda tradizione artistica: nonni e bisnonni erano pittori, la madre poetessa e il padre era lo colui che compose i versi dell'inno nazionale russo. Grande allievo di Tarkovskij, Michalkov rappresenta quell'élite culturale che affonda le sue radici nella Russia pre-perestroika che ha raccontato i mutamenti della nazione attraverso l'esistenzialismo dei suoi personaggi.
In questo film «non è che un ceceno bastardo», il giovane imputato che attende la sentenza, l'accusa sostiene che abbia ucciso il padre adottivo, un militare russo. Sulla sua colpa nessuno pare avere dubbi, neppure il cancelliere che accompagna i giurati nella palestra scolastica che useranno come camera di consiglio. Una giuria composta da 12 uomini che incarnano dodici diverse tipologie umane, dal tassista nazionalista e xenofobo all'attore fallito, passando per l'operaio, l'imprenditore rampante... Tutto procede normalmente sino a quando uno di loro inizia a mettere in dubbio alcune certezze fino ad allora granitiche, solamente «perché di mezzo c'è la vita di un uomo». 
In 12 viene mostrato come la ricerca della verità sia sempre difficilissima perché deve sempre superare i pregiudizi ideologici e i condizionamenti ambientali; ma non solo, viene addirittura messo in discussione il valore assoluto della “giustizia legale”, superata da un’umanità “ancor più giusta”. Michalkov ci dice che non basta pronunciare sentenze giuste, c’è una responsabilità ancor maggiore, una responsabilità che ''costa'' a livello personale, perché «c’è molta differenza tra un uomo solamente giusto e un uomo veramente giusto».

Francesco Schiavello

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