...nihil humani a me alienum puto

Pin It

 

 
.
Visita alla Cripta della Cattedrale ed alle Catacombe di Porta d'Ossuna
di Palermo.
.


L’11 ottobre scorso ha avuto inizio l’anno della fede.  E’ stato indetto dal Santo Padre Benedetto XVI attraverso il Motu Proprio “La porta della fede” per ricordare il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. Come il Papa ha tenuto a sottolineare fin dall’inizio non si tratta di “onorare una ricorrenza, ma perché ce n’è bisogno, oggi più che 50 anni fa”.

Capita ormai non di rado - scrive il Papa in questo documento - che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato. Mentre nel passato era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi non sembra più essere così in grandi settori della società, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone”.

Il Centro Cultuale “Il Sentiero”, quale contributo alla Chiesa e ai gli uomini di oggi, raccogliendo e facendo propria la provocazione giunta dal Papa, vuole approfondire le argomentazioni storiche, culturali e religiose che hanno portato alla più grande rivoluzione che la storia dell’uomo abbia mai vissuto: la conversione al Cristianesimo avvenuta tra il I e III secolo. In pochi anni è accaduto, infatti, qualcosa di straordinario: il mondo, almeno quella parte di mondo che è alla radice della civiltà occidentale, ovvero il mondo segnato dalla tradizione giudaico-greco-romana, rimasto impermeabile per secoli ad altri culti e religioni già presenti, si converte al cristianesimo.

La radicale novità e la portata storica di tale evento sono tutt'altro che secondari, dato che l'esperienza di vita cristiana riuscì a trasformare il mondo greco-romano, in un arco breve di tempo e in modo assolutamente radicale, diffondendosi velocemente in un territorio molto vasto.

L’Anno della fede ci offre, pertanto, l’occasione per riflettere sulla consistenza storica del cristianesimo, ritornando alle origini della presenza della Chiesa a Palermo non in maniera nostalgica e puramente archeologica, ma per ritrovare le radici di una fede viva che ha da dire anche oggi una parola di speranza a tutti gli uomini.

È una lettura del passato su cui il Centro Culturale ha già invitato a riflettere, quando ha ripercorso, attraverso itinerari guidati, le tracce della presenza dei santi palermitani e patroni della città.

La presenza della fede cristiana e della Chiesa nella storia può essere ricostruita sulla base di precise testimonianze storiche, che ci dicono quale concezione dell’esistenza avessero i primi cristiani, e come si attuò la conversione al cristianesimo e la diffusione della nuova fede.

L’avvenimento cristiano, entrato nel mondo in modo quasi insensibile come un seme dentro la terra, ha investito la vicenda dell’uomo di tutti i tempi, generando un flusso umano ininterrotto che dopo duemila anni permane come realtà sperimentabile nel presente.

Il cristianesimo si presentò con la forza prorompente di una radicale diversità esercitando una forza di attrazione irresistibile per l’attesa di salvezza delle genti.

Le comunità cristiane in tutto l’impero romano nascevano e si diffondevano inserite in una pluralità di popoli, di culture, di sistemi religiosi diversi, i cui elementi spesso si fondevano in un complesso sincretismo di riti e di credenze, ma ogni comunità cristiana, per quanto piccola, si percepiva parte e in funzione della Chiesa totale, la rappresentava tutta, incarnava il Mistero di quella chiamata che era così presente alla coscienza dei primi cristiani.

Nasceva un nuovo popolo di Dio, non più definito dal carattere etnico, ma dalla appartenenza a Cristo, vissuta nella fede e fondata nel Battesimo: una religione ecumenica, cioè universale. Le grandi differenze etnico-culturali (giudeo-greco, greco-barbaro) e sociali (schiavo-libero, uomo-donna) non sono abolite, ma superate dalla novità dell’avvenimento cristiano.

Per comprendere tale originalità, è utile la lettura di un brano tratto dalla lettera di un anonimo cristiano del II secolo al pagano Diogneto, che offre una descrizione viva e incredibilmente attuale della vita dei primi cristiani in un mondo che cristiano non era: “I cristiani non si distinguono dagli altri uomini né per lingua né per vestiti. Essi non abitano città loro proprie, non usano un linguaggio particolare, né conducono uno speciale genere di vita. La loro dottrina non è conquista di genio irrequieto di uomini indagatori; né professano, come fanno alcuni, un sistema filosofico umano. Abitando in città greche o barbare, come a ciascuno è toccato in sorte, e adattandosi agli usi del paese, nel vestito, nel cibo e in tutto il resto del vivere, danno esempio di una loro forma di vita sociale meravigliosa che, a confessione di tutti, ha dell’incredibile…. Vivono nella carne, ma non secondo la carne. Passano la loro vita sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, ma con il loro tenore di vita superano le leggi. Per dirla in una parola, i cristiani sono nel mondo ciò che l’anima è nel corpo”.

È l'idea stessa di conversioneche entra nel mondo con il cristianesimo: "L'idea di una conversione, nel senso che adesso diamo a questo termine, è restata a lungo fino all'avvento del cristianesimo, totalmente estranea alla mentalità greco-romana. Non si è mai visto, e nemmeno immaginato, un uomo rinunciare alla religione della sua città natale e dei suoi antenati, per darsi con tutto il cuore e in maniera esclusiva ad una nuova religione" (G. Bardy, La conversione al cristianesimo nei primi secoli, Jaca Book, Milano 2002, p. 17).

La presenza dei sarcofagi romani riutilizzati per sepolture cristiane dimostra proprio questo concetto: chi si convertiva era romano sino al midollo, e portava con sé la sua “romanità”, compreso il repertorio figurativo tradizionale. Geni alati e altre figure mitologiche vengono utilizzate ma riferendole ai contenuti della nuova religione. D'altronde la presenza di scene mitologiche documenta la capacità dei cristiani di accogliere e rivitalizzare anche la cultura classica, raccogliendone l’eredità.

 










Rosalia Pipia (Presidente del Centro Culturale)

Filippo La Porta (Guida visita alla Cripita della Cattedrale)










Ingresso alla Cripta





Altare della Cripta
.
.
....

Tomba di Gualtiero
.
.


Dott.ssa Margherita Piscitello (Guida alle Catacombe)
.
.
 

Catacombe
.
.


Scala di uno degli antichi ingressi
.
.
 

Tipo di sepoltura ad Arcosolio
.
.


Arcosolio
.
.
 

Durante la visita ...
.
.
 
 
 

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter
I agree with the Privacy e Termini di Utilizzo

facebookyoutube

Tutto il materiale qui pubblicato, riprodotto e diffuso viene utilizzato per le esclusive finalità didattiche e di insegnamento della nostra associazione, al solo fine di suscitare una discussione, una critica e comunque una riflessione.

Copyright © 2017 Centro Culturale "Il Sentiero". Tutti i diritti riservati.

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrire servizi in linea con le tue preferenze. Se non accetti le funzionalità del sito risulteranno limitate. Se vuoi saperne di più sui cookie leggi la Cookie Policy. Cookie Policy